miércoles, 17 de febrero de 2010

CREPÚSCOLO


Cosí mi sento io, in questa griggia sera,
come il triste sol dil crepúscolo...
Come quella gaviotta, volando...
Nel cielo, tra le núvole,
O quell'albero, che appena vedo...
E quel fiume che fuggi...
misteriosamente...
Senza saper perché...
Sua immággine, sparisce,
tra l'ombra della sera,
svanéndosi cosí dietro il fumo,
alzo mia vista, ed'osservo...
a traverso dil vitro della finestra...
Un cavallo con sui crini all'aria,
chi corre disafiando il vento...
E come saeta, all'infinito arriva,
cresce piú mia debbilitá...
E piú, mia insaziabbile curiositá...
Cuando assumo una attitú forte...
E a me mi dico, al mio pensamento,
ma no, non lo ascolto,
mio udito si nega, non vuole ascoltarlo,
ed'unaltra volta il vento...
Con su'arcana e forte voce.
La strana música dell'autunno...
E l'opacco manto di secchitudine...
Le foglie cadute, son preziose...
Come belle son, l'alberi senza foglie,
e le píccole luce della cittá...
Con suo brillo incandescente...
Vedéndosi, impercettibilmente...
Lontano, nell'orizonte volando...
Come pásseri senza destino.
La monotomía e queta inmobiltá...
Di tutto quello che mi circonda...
Opprime il pensamento, mio cervello,
oppriméndomi, con debbil forza,
la paura agudizza, il mio essere,
e la angoscia si appodera di me...
Con tremenda forza ed'ásperezza.
La silenziosa doménica spira lentamente,
volendo fuggire, chissá per sempre...
In quest'occaso che mi attrappó...
Con sua melanconía eternamente...
In questa sera, di triste giorno...
Il bianco colore dil freddo...
Il nero color dil triste hastío...
L'assurdo lamentar dell'ammalati,
l'amara notte degli che nulla hanno...
La solitudine degli che suffrono...
Impáttano con tristezze mio pensamento,
e piénano tutto l'ambiente, mio éssere,
d'amara e triste solitudine.
Cosí, non voglio piú esistere.
Quí e cosí, mi sento solo...
Come si fosse, l'único essere,
E l'alberi, il cavallo, il vento...
Tutto quello che mi circonda...
Son soli, quando solo son io.

jorge naonse 21/05/1968
der. prop.int. 762.612